(Italiano) Appunti dal parco – nuova edizione


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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

Recensione / Intervista di Eleonora Tamburrini (prima edizione)

Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

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Articolo di Mauro Garofalo su Il Sole24ore (1 maggio 2023)

Un estratto su Poesia del Nostro Tempo (26/04/23)

Dalla rassegna stampa della prima edizione (2012):

“Appunti dal parco” di Francesca Matteoni è un’intensa raccolta che alterna componimenti poetici a brevi frammenti in prosa. Gli slittamenti da una forma espressiva all’altra avvengono nella più completa fluidità, sia in nome di uno stile sempre vibrante e altamente poetico, sia per la comune cornice del parco londinese che è sorgente e sfondo di versi e parole. Un emozionante dialogo con la natura permea queste pagine e in maniera particolare risaltano i colori e gli umori della natura inglese, selvaggia, tumida, carnale, a tratti gotica. Quella che si compie è un’esplorazione che diventa compenetrazione, esperienza panica: osservare il volo di un airone o la frenesia di uno scoiattolo, ammirare uno stagno inghiottire i riflessi delle tante vite che lo attraversano, vuol dire per la Matteoni riflettere sull’esistenza stessa e sulla morte. C’è in tutto questo un accento doloroso che però continuamente si stempera in un tono fiabesco, in un incanto sacrale al cospetto della natura. Questo senso di equilibrio, di quiete nasce proprio dalla consapevolezza di essere parte di un grande ciclo, assieme a quell’albero che la poetessa sente “fratello”, alle “anatre smeraldine”, alle stagioni. E gradualmente si fa largo anche nel lettore una convinzione in fondo consolante e pacificatrice: “Crescere non è portare un peso, serbare il dolore di destini immutabili, l’amaro tormento della perdita, dei non ritorni, ma attraversare tutto questo, lasciare che scorra e ci cambi i corpi in una strana lucentezza”(dal brano “Lo stagno”).

(Dalla motivazione del Primo Premio Nazionale di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi 2013).

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Stefano Guglielmin per Appunti dal parco (prima edizione)