Le gradinate dell’Heysel


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La strage dello stadio Heysel di Bruxelles, avvenuta il 29 maggio 1985, ha cambiato per sempre la storia del calcio, segnandone una delle pagine più nere. In quelle immagini di morte e feroce insensatezza, riprese dalla tv e impresse nel ricordo in modo indelebile, abbiamo visto il gioco trasformarsi in dramma, l’evento sportivo in una farsa oscena. In occasione del quarantesimo anniversario della tragedia, questo appassionato saggio di Pol Vandromme, in equilibrio tra memoria personale di ex giocatore e tifoso e riflessione estetica sul calcio, viene proposto nella prima traduzione italiana di Massimo Raffaeli, che ne restituisce l’unicità dello stile, la sua sorprendente qualità letteraria.

 

Le gradinate dell’Heysel di Pol Vandromme

Traduzione e Prefazione di Massimo Raffaeli

collana di saggistica I Fauni

ISBN 978-88-97374-86-2

pp. 110 – euro 15

mese e anno di pubblicazione: maggio 2025

 

Massimo Raffaeli parla de Le gradinate dell’Heysel di Pol Vandromme (video Youtube)

(Photo DR - source: www.editionslatableronde.fr)

(Photo DR – source: www.editionslatableronde.fr)

Pol Vandromme nasce a Gilly, nei pressi di Charleroi, il 12 marzo del 1927. Entra nel giornalismo subito dopo la Liberazione alternando ruoli redazionali (fino alla direzione di “Le Rappel”, foglio vallone) a una longeva e puntuale attività di critico letterario. “Spadaccino delle lettere”, anticonformista e libertino, stendhaliano di elezione, diviene presto un punto di riferimento per la letteratura francese. Autodefinitosi “belga di passaggio e provinciale di Parigi”, fra saggi, libelli e opere di memorialistica la sua bibliografia annovera una sessantina di volumi, dove spiccano le monografie dedicate agli autori della destra secolare, da Charles Maurras, Lucien Rebatet e Pierre Drieu La Rochelle a Georges Simenon, Marcel Aymé e Roger Nimier. La sua imponente produzione (“un misto di lucidità e fervore”, è stato detto) gli vale nel 1982 il prestigioso Grand Prix de l’Académie Française. Muore a Loverval, nella campagna di Charleroi, il 28 maggio del 2009. Disponibili in italiano sono la monografia, pionieristica, Louis-Ferdinand Céline, traduzione di Alfredo Cattabiani, introduzione di Angelo Jacomuzzi, Borla, Torino 1964 (poi, con una prefazione dell’Autore, Arianna editrice, Bologna 2006) e Drieu La Rochelle, traduzione di Alfredo Cattabiani, introduzione di Armando Torno, Oaks Editrice, Milano 2020. (Notizia biobibliografica di Massimo Raffaeli)

Massimo Raffaeli, filologo e critico letterario, è nato a Chiaravalle nel 1957. Scrive per “il manifesto”, “Il Venerdì di Repubblica” e collabora alle trasmissioni di Radio 3 Rai e della Radio Svizzera Italiana. Ha curato edizioni fra gli altri di Paolo Volponi, Primo Levi, Carlo Cassola, Mario Soldati e ha tradotto autori della moderna letteratura francese, da Antonin Artaud, Jean Genet, Louis-Ferdinand Céline a René Crevel e Tony Duvert. Parte della sua produzione è raccolta in diversi volumi, tra cui Di senso comune. Scritti per ‘Alias’ (2021), Compagni di via e altri scritti di letteratura (2023) e Il nostro Pasolini (Rogas 2024). Per Vydia editore ha pubblicato Marca francese (2019) e la prima traduzione italiana di Les gradins du Heysel (Le gradinate dell’Heysel, 2025) di Pol Vandromme. Nel 2012 ha vinto il “Premio Brancati” per la saggistica e nel 2021 il “Premio internazionale Giorgio Orelli” alla carriera per la filologia e critica letteraria.

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